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Greenwashing: cos’è e come riconoscerlo

Lunedì 06 Giugno 2022
Eleonora Truzzi

Oggi l’imperativo è “essere green”!

Negli ultimi decenni la consapevolezza verso l’ambiente è molto aumentata tra i consumatori. Si vuole mangiare sano, spostarsi con mezzi poco inquinanti e acquistare prodotti rispettosi della natura.

Questo concetto è noto ormai a tutti, soprattutto agli imprenditori.

Sono sempre di più le aziende, in particolar modo le multinazionali, che lanciano campagne pubblicitarie a tema green. Queste sono sui social, nei negozi, in televisione. E i consumatori, vedendole, pensano finalmente che anche i loro marchi preferiti abbiano raggiunto una maggiore consapevolezza verso l’ambiente.

Sarebbe davvero bello, se fosse realmente così.

Tuttavia, molte aziende non hanno realmente introdotto dei cambiamenti che interessano tutta la linea produttiva e questo le fa cadere nel cosiddetto Greenwashing.

Ne hai mai sentito parlare? Scopriamo insieme cos’è il Greenwashing, come fare per riconoscerlo e non lasciarsi ingannare.

greenwashing

Cos’è il Greenwashing

Il Greenwashing è una strategia di comunicazione che viene adottata dalle imprese, così come dalle organizzazioni e dalle istituzioni, e che si basa sulla costruzione di un’immagine ingannevole per la clientela. Queste realtà lanciano campagne pubblicitarie e di marketing in cui esaltano alcune iniziative ecosostenibili con l’intento di mascherare il forte impatto ambientale dell’attività produttiva dell’impresa. In poche parole, si spacciano come ecosostenibili quando invece la maggior parte della produzione è altamente inquinante e nociva per l’ambiente.

Il primo a citare questa pratica fu Jay Westerveld, un ambientalista americano, e lo fece addirittura nel 1986. A quell’epoca alcune catene alberghiere invitavano i clienti a utilizzare meno asciugamani spingendo sull’impatto ambientale dei ripetuti e numerosi lavaggi. In realtà, questa era solamente una strategia pensata per distogliere l’attenzione dalla reale motivazione economica che c’era alla base.

Le aziende lo fanno perché, mostrandosi più green, attirano un bacino d’utenza molto più ampio. Infatti i consumatori, avendo raggiunto una maggiore consapevolezza verso l’ambiente, si sentono più solidali con le realtà che manifestano gli stessi valori. Peccato che nel Greenwashing sia solamente una facciata.

Come riconoscere il Greenwashing

Quindi devi diffidare di tutti i messaggi ambientalisti che vedi sul web o nella vita reale? Assolutamente no! Tantissime aziende si sono realmente impegnate per impattare meno a livello ambientale.

Ciò che devi fare è imparare a riconoscere cosa è Greenwashing e cosa non lo è. Ci sono infatti dei fattori che dovrebbero accenderti un campanello d’allarme.

Nel Greenwashing le aziende si spacciano come green ma nei fatti non forniscono alcun dato o ricerca significativi che confermino quanto affermato. Alcune realtà forniscono invece qualche dato ma senza che questo sia certificato da alcun organismo riconosciuto nel settore. E ancora, vengono fornite delle informazioni ambigue sui prodotti per confondere volutamente i consumatori sulla provenienza o sui materiali utilizzati per la produzione. Infine, possono addirittura essere rilasciate dichiarazioni false sia nelle caratteristiche dei prodotti che nell’operato dell’azienda.



Sii più critico

Come fare per evitare di cadere nella rete del Greenwashing? Semplice, facendo più attenzione a ciò che si acquista. Non lasciarti ingannare da una pubblicità o da una dichiarazione sui social. Scava in profondità, cerca studi e magari contatta direttamente l’azienda per sapere cosa è stato realmente fatto a livello ambientale. E, se vuoi andare sul sicuro, scegli aziende che trattino prodotti veramente green. Questo è ciò che facciamo noi di Mercatopoli vendendo articoli second hand e regalando una nuova vita a oggetti ancora in ottimo stato. Se vuoi acquistare o vendere qualcosa con Mercatopoli, visita subito il punto vendita più vicino a te. Scegli di essere davvero green, e non solo perché è di moda!


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