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L'albero di Natale ecologico a sostegno della SLA

Giovedì 10 Dicembre 2015
Veronica Grandetti

Garantire una vita piena a chiunque sia segnato dalla convivenza con una malattia altamente debilitante, come la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), aiutando a migliorare la qualità della vita di un malato, con un occhio di riguardo al rispetto dell'ambiente, si può.

A dimostrarlo l'iniziativa promossa tra le vie, le piazze e le strade di Calimera, un paese in provincia di Lecce, dove i cittadini hanno dato vita ad un magnifico albero di Natale alto ben cinque metri e corredato di 3.500 bottiglie di plastica incastonate in una struttura metallica.

L'iniziativa a sostegno della SLA, capace di ridurre la quantità dei rifiuti destinati alle discariche, è nata dall’Associazione 2HE, a favore dei pazienti malati di SLA e di altre malattie neuromotorie, nell'ambito del progetto Io posso.

Lo spirito natalizio conduce grandi e piccini ad essere più buoni "non solo con il prossimo - evidenziano dall'associazione 2HE - ma anche con il pianeta che ci ospita, introducendo anche gli importanti temi del riciclo e del riuso".

L'albero è stato realizzato dai tanti volontari che si sono autotassati per le spese di costruzione, oltre a raccogliere le bottiglie in plastica utilizzate dai cittadini, altrimenti destinate a disperdersi nell'ambiente.

L'innovativa creazione frutto della fantasia e del riciclo creativo è stata donata al Comune e rimarrà al centro del paese per risvegliare le coscienze, verso il rispetto dell’ambiente e delle iniziative promosse dall'Associazione 2HE.

Il progetto Io posso ha, infatti, come unico fine quello di mantenere alta la voglia di vivere in chi combatte contro questa forma di sclerosi che «si impossessa dell’anima e della mente in modo subdolo».

Per provare a spiegare quel che la malattia provoca in chi ne è affetto, l'Associazione ha scritto: "La Sla ha una strategia. Distrugge piano piano i muscoli, ma pretende che il malato, sopraffatto dalle enormi fatiche di tutti i giorni, le consegni spontaneamente anche la voglia di vivere e di sorridere. Solo così la SLA riesce a compiere il suo progetto, la sua missione principale".




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