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#gentedimercatopoli: intervista a Filippo Pagotto

Lunedì 12 Gennaio 2015
Annalisa Aloisi

Quando un progetto come ‘Gente di Mercatopoli’ ha successo vuol dire che persone capaci, motivate e talentuose hanno lavorato duramente per renderlo tale. Elenfant Film e Leotron hanno voluto il meglio per creare una sitcom unica per una realtà unica.

Abbiamo già parlato con il regista, Adam Selo, e questa volta abbiamo intervistato l’istrionico Filippo Pagotto, l’interprete del mitico Andrea, il giovane gestore di un negozio Mercatopoli, un po’ nevrotico, un po’ filosofo.

Filippo Pagotto è nel mondo dello spettacolo da diversi anni. Nel 2001 si è diplomato alla “Scuola di Teatro di Bologna”, partecipando in quegli anni a produzioni di un certo livello, come “Dostoevskij Trip” di Franco Però, e “Don Chisciotte” di Enning Brockhaus al Teatro Due di Parma. Nel 2006 fonda insieme a Maurizio Cardillo l'omonima compagnia teatrale realizzando lo spettacolo “A Spasso” dall'opera di Robert Walser, "Fior di Nulla" e “La Deriva” prodotto da Arena del sole Nuova Scena Bologna.

Dal 2008 collabora con la compagnia Le Belle Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso, lavorando come assistente alla regia per lo spettacolo “La Locandiera” di Carlo Goldoni e come attore negli spettacoli “Hedda Gabler” e “Regina la Paura” e "Antigone" prodotti da Centro Teatrale Bresciano. (fonte: Studio Giannelli srl).

Filippo, Cosa hai pensato quando ti è stato proposto il ruolo di Andrea e come ti sei immaginato il ruolo di un giovane titolare di un negozio dell’usato?

Ho pensato a tutti i ragazzi titolari di un negozio dell’usato che ho incontrato negli ultimi anni. Mi viene da pensare che devono avere una pazienza incredibile perché Mercatopoli non è un negozio come gli altri, è più un posto a livello familiare, dove la gente torna a prendersi cura delle proprie cose, per vedere se il prezzo è dimezzato, se sono state vendute. Ho immaginato di dover essere molto paziente e anche molto appassionato per fare quello che facevo. Andrea è un ragazzo simpatico, capace di parlare con chiunque, che riesce a far sentire a proprio agio le persone. Ma anche un po’ nevrotico.

Conoscevi Mercatopoli?

Assolutamente si. Ho rifatto molte parti di una casa con mobili usati, mi sembra una cosa molto intelligente. Si trovano mobili bellissimi, varie epoche, design strani degli anni ‘70, anche svedesi, cose che in un negozio di design costerebbero un sacco di soldi. A volte sono possono essere risistemati e va bene così.

Comprato, ma anche venduto?

Solo comprato, mai venduto. Faccio molta fatica a staccarmi dalle mie cose. Se le do via le do ad amici o restano nelle cantine per un sacco di tempo.

Entrando sul set, scoprendo com’è un Mercatopoli che sensazioni hai avuto? Avete fatto le prove altrove e non avevate visto la location.

Non avevamo visto la location, ma la cosa interessante è che i Mercatopoli sono molto simili, mantengono sempre un aspetto familiare, riconosci lo stile, le disposizioni. Entri in uno e riconosci un altro luogo. È più facile se entri in un luogo e sai già orientarti.

Adam ha fatto una scelta forte. Ha pensato che Andrea incarnasse l’ideale di un gestore che ha scelto l’usato non solo come possibilità di lavoro ma anche come filosofia di vita, ti ha portato qualche riflessione?

Io la condivido totalmente. Infatti non butto via niente. La mia compagna è una curatrice d’arte, e in questo momento stanno restaurando un teatro, il Teatro San Leonardo. Il progetto prevede che chiedano l’arredamento alle persone che conoscono, per dare alle persone un’appartenenza a quel luogo. Se tu ci hai portato il tuo pezzo ti prenderai cura del teatro, perché quel luogo hai contribuito a crearlo.

Questo è un momento di difficoltà economiche. Quanto è importante credere in quello che si fa?

E’ tutto! E te lo dice un attore, per noi le difficoltà economiche esistono da sempre. Da quando si parla di crisi dico sempre alle persone che si trovano in difficoltà: ‘Benvenuti nel club!’. Perché noi la crisi l’abbiamo sempre avuta. È importante essere convinti di quello che si fa. È anche vero che come attori ne risentiamo meno perché è talmente personale il lavoro che facciamo, che se loro vogliono me, vogliono me, non sono sostituibile. Se sei bravo, se piaci, se una persona ti apprezza e vuole quello che sai fare tu, anche se non ci sono soldi ti chiamano. È più difficile lavorare alle Poste Italiane. A 50 anni ti sostituiscono con un ragazzo che costa meno, tanto deve solo mandare delle raccomandate, e resti senza lavoro. Il nostro lavoro è più penalizzante all’inizio, ma anche nei momenti di crisi se una persona è valida e capace viene sempre chiamata.

Quali sono i tuoi prossimi lavori?

Farò una web serie con dei profesionisti di Bologna che conosco, lavoro con loro da sempre: Status.

Ho in programma il terzo spettacolo con la mia compagnia che ho creato insieme a Maurizio Cardillo.

Un lavoro con la compagnia ‘Le Belle Bandiere’ sull’Odissea.

Un lavoro con Maurizio Favale in cui faccio la voce.

Repliche di uno spettacolo fatto qualche tempo fa con Geppi Cucciari.

A settembre sono stato a Varsavia con Raffaello Sanzio e Carlotta Pircher con la replica di uno spettacolo ‘Attore, il tuo nome non è esatto’

Rimanete in contatto per seguire il nostro progetto #gentedimercatopoli, a breve uscirà la quarta puntata con grandi sorprese. Intanto rivedetevi le prime puntate sul nostro canale Youtube.