Tutto sulle porcellane I
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Tutto sulle porcellane I

Sabato 18 Ottobre 2008
Alessandro Giuliani

silvia fini"Dio Creatore ha fatto di un alchimista un vasaio". Questa frase apposta sull'entrata della Manifattura di Meissen ci racconta di come una scoperta, avvenuta per caso, abbia contribuito a rivoluzionare la storia di tutta l'Europa.

Intorno all'anno Mille in Cina si iniziò per la prima volta a produrre oggetti in porcellana. Questo materiale, dall'aspetto bianco traslucido e compatto, era composto da una particolare argilla bianca chiamata “caolino” che permetteva, con una sola cottura, di ottenere oggetti completamente smaltati.

I primi esemplari venivano realizzati in porcellana bianca e solo a partire dalla dinastia Ming (1386-1644) si iniziò a produrre i primi esemplari dipinti, utilizzando soprattutto il blu dell'ossido di cobalto. marchi porcellanaQuando, durante il Quattrocento, le prime porcellane cinesi arrivarono in Europa, destarono un profondo interesse, divenendo l'oggetto più desiderato dai sovrani e alimentando un mercato Asia-Europa che si muoveva lungo le antiche vie orientali percorse dai mercanti come Marco Polo.

Il mito della porcellana crebbe a tal punto che i nobili arrivarono a spendere intere fortune per abbellire le loro sontuose corti rinascimentali con oggetti ornamentali e servizi da tavola. Si narra che la regina Elisabetta I d'Inghilterra fece addirittura montare un vaso cinese in oro, mentre il granduca fiorentino Francesco I de' Medici aprì a Firenze una fabbrica per le ricerche sulla lavorazione della porcellana.

Purtroppo nella fabbrica medicea non si riuscì a scoprire la reale composizione della porcellana cinese, tuttavia nel 1575 gli alchimisti trovarono la formula di una “porcellana artificiale” che prese il nome di “porcellana de' Medici”, simile a quella cinese, ma di pasta tenera. A modo loro tutte le maggiori corti europee fondarono fabbriche per tentare di scoprire la vera formula della porcellana, spesso finanziate da aristocratici amanti del lusso, ma fu solo nel 1708 che si riuscì finalmente a creare la prima vera porcellana europea a pasta dura.

porcellana lavorataParadossalmente tale scoperta arrivò per caso: nel 1701, un giovane alchimista tedesco di nome Bottger, venne incaricato dal principe di Sassonia e re di Polonia, di produrre artificialmente l'oro.

Il laboratorio dove si avviarono gli esperimenti si trovava all'interno del castello di Albrechtsburg a Meissen, vicino a Dresda. Dopo tre anni di inutili esperimenti, lavorando con l'argilla refrattaria, nacque un gres di colore rosso durissimo, che in un primo tempo venne chiamato “diaspro” e poiché si riteneva fosse una pietra preziosa venne lavorato e intagliato. Sostituendo poi l'argilla rossa con quella bianca, Bottger riuscì successivamente a produrre una porcellana bianca purissima simile a quella cinese, che venne lavorata nella fabbrica fondata a Meissen, mantenendo l'esclusiva della formula fino al 1719.

Dopo la morte di Bottger, due lavoranti di Meissen fuggirono a Vienna, dove fondarono una fabbrica concorrente, mentre in tutte le corti d'Europa nacquero manifatture in grado di fabbricare prodotti simili, caratterizzati da uno stile più aderente al nuovo gusto rococò. porcellanaAnche in Italia, a partire dal 1743, per volontà del re Carlo di Borbone e sua moglie, la regina Maria Amalia di Sassonia, si avviò all'interno della Reggia di Capodimonte (NA), una fiorente produzione di porcellana bianca, ottenuta con un misto di argille provenienti dalle cave del sud.

Questo genere di porcellana a pasta tenera, si distinse rispetto alle produzioni nord europee grazie soprattutto allo stile raffinato, impiegando l'ingegno di numerosi artisti dell'epoca, come lo scultore Giuseppe Gricci. La passione per la porcellana di lusso, venne poi trasmessa al figlio Ferdinando, che fondò nel 1773 la Real Fabbrica Ferdinandea, presso la quale lavorarono artisti provenienti da tutta Italia (soprattutto dalla Toscana) e dalla Germania. Nell'ultimo ventennio del '700, la Real Fabbrica conobbe il momento del suo massimo splendore ospitando anche una scuola d'arte, orientata soprattutto alla produzione di servizi da tavola sontuosamente decorati.

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