Amalia Perego: come un vecchio mobile diventa ecoarte
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Amalia Perego: come un mobile diventa ecoarte!

Giovedì 06 Novembre 2014
Annalisa Aloisi

Quando c’è la passione possono nascere dei veri capolavori, anche se la base di partenza dovesse presentare delle mancanze. È quello che succede quando un’artista, piena di senso del gusto e amore per il proprio lavoro, incontra per caso un mobile usato e rovinato.

Perché va oltre quanto appare alla vista. Vede il risultato, uno splendido risultato. Parliamo di Amalia Perego, un’ecoartista capace di reinventare qualsiasi pezzo di arredamento, dando nuova vita a prodotti che passano dalla concezione di "usati" a vere e proprie "opere d’arte".

Abbiamo voluto conoscerla e scoprire qualcosa di più del suo lavoro.

Amalia, di cosa ti occupi?

Da 38 anni mi occupo di allestimenti per servizi fotografici/fieristici e showroom nel settore arredamento. Ormai da 10 anni affiancata da mia figlia Greta.

Nei tuoi allestimenti usi spesso articoli usati, quand’è nata questa passione?

La passione per il riuso inizia all’età di 20 anni...quando sono riuscita a ricavare uno spazio tutto mio nella soffitta della vecchia casa dei miei genitori, arredandola con mobili di recupero. Lì ho passato molte ore a sperimentare: ritagli di stoffa per fare cuscini, restauro di vecchi mobili ecc. Ho ereditato la parsimonia dalla nonna materna, quindi, per evitare sprechi, utilizzavo di tutto.

Come hai imparato le tecniche e dove prendi l’ispirazione?

Senza internet, mi davo da fare chiedendo consigli a persone esperte, sfogliando riviste e consultando enciclopedie. Negli ultimi 15 anni le cose sono diventate più semplici: internet, negozi dell’usato, mercatini, tutte fonti d'ispirazione e di ricerca. Addirittura utile si è rivelata l'isola ecologica: ben due tavoli chippendale salvati dal macero e portati a nuova vita!

Dicevi che trovi materiale anche nei mercatini dell’usato, vero? 

I negozi dell’usato sono una vera miniera, trovo di tutto, dai mobiletti da trasformare agli attrezzi: levigatrici, trapani, pezzi di tessuto e molto altro. Ho arredato la mia seconda casa esclusivamente con mobili e oggetti dei negozi dell’usato. Anche il pezzo più importante l’ho scovato in un negozio dell’usato, in mezzo a vecchie cose: Silvio, il mio compagno ideale e paziente (la mia musa!).

I tuoi progetti futuri?

Da circa un anno facciamo parte di un gruppo di creativi, partecipando con i nostri pezzi a mostre ed eventi. Greta, mia figlia, sta lavorando da mesi a un tavolo chippendale, dipingendo il piano durante le varie manifestazioni, ed è molto gratificante vedere l’interesse dei visitatori. Utilizziamo vernici all’acqua, cera d’api, carta di quotidiani già letti, tessuti di campionari fuori collezione, maglioni usati, insomma, tutti materiali di scarto che diventano una fantastica risorsa e rendono prezioso il nostro lavoro!

Volete sapere qualcosa di più di Amalia, del suo lavoro e del lavoro della figlia Greta? Potete dare un occhiata al profilo facebook DisartistiEco. Noi ci siamo innamorati di alcune opere, perché definirli mobili è davvero riduttivo!